mercoledì 26 maggio 2010

Max Frisch: "Biedermann und die Brandstifter"

Non ho mai fatto mistero con voi, amici del Tonno, del fatto che Max Frisch sia autore a me caro: un incontro del tutto casuale (tra l'altro "di seconda battuta", perché ero partito cercando materiali su Dürrenmatt e mi sono riscoperto frischiano convinto) si è trasformato in una grande occasione per conoscere un autore che, se non viene annoverato tra i grandissimi del novecento, è comunque una figura estremamente interessante e, a suo modo, un dioscuro assieme alla stesso Dürrenmatt della letteratura svizzera.
Più volte ho citato di striscio la piéce Biedermann und die Brandstifter introducendo la mia passione per Frisch e parlando del radiodramma tedesco: oggi ne parlo più diffusamente. Avrei aspettato volentieri che mi arrivasse dalla Germania il testo della versione "radiodrammatica" del Biedermann, ma siccome le poste, si sa, non sono velocissimie, e siccome sono una persona tendenzialmente impaziente, ve ne parlo oggi. (in realtà sarebbe bello parlare delle differenze tra il radiodramma, intitolato Herr Biedermann und die Brandstifter e trasmesso nel 1953, e il testo teatrale, datato 1958. Dato però che a tale scopo avrei bisogno del testo, che come dicevo non è ancora in mio possesso, mi riprometto di parlarne più avanti).
Difficile trovare il dvd o il video di una rappresentazione italiana: che io sappia, l'unica rappresentazione reperibile (tramite il complicato meccanismo delle Teche Rai) è una produzione Rai del 1976, andata in onda sul secondo canale (nel ruolo di Biedermann/Omobono troviamo Gianni Agus). Duro trovarne una traduzione: a suo tempo deve esservisi cimentato Aloisio Rendi. Il titolo della traduzione è Omobono e gli incendiari. Perfetto, perché il nome di Gottlieb Biedermann è traducibile (e sovrapponibile per calco) come Amedeo Omobono. Ma perché questo nome curioso? E soprattutto, cosa succede nella piéce? Ne diamo di seguito un breve riassunto.
Biedermann, benestante fabbricante di acqua ossigenata, ospita in casa propria il sedicente disoccupato Schmitz e il di lui amico Eisenring: i due sono i pericolosi piromani che hanno incendiato buona parte della città. Biedermann, che subodora l'inganno, li tratta con ogni riguardo per ingraziarseli. Sarà tutto inutile, dal momento che gli incendiari riusciranno ad incendiare la casa di Biedermann, che perirà con la moglie nel rogo. In alcune edizioni, non nella mia (una Suhrkamp di qualche decina d'anni fa), si trova anche un epilogo in cui Biedermann, all'inferno, viene tormentato da Schmitz ed Eisenring nei panni di diavoli.
Se tempo fa avete avuto occasione di dare un'occhiata ai video del "Max Frisch Archiv" che linkavo qui sul blog, avete sicuramente notato la lucidità e l'ironia sottile e pungente che caratterizza i discorsi e le interviste del nostro. È una nota che caratterizza profondamente il Biedermann: già il nome del personaggio è segno tangibile di un'ironia lucida che procede senza guardare in faccia a nessuno, con - citando l'espressione di Guido Calgari - "matematica coerenza". Ma la bellezza del Biedermann non sta solo in questo: ci troviamo di fronte ad un'opera che raffigura allegoricamente la cieca condiscendenza di gran parte del ceto medio (Biedermann, la moglie Babette) davanti a personaggi pericolosi (gli incendiari) che costruiscono la propria ascesa al potere e la successiva, probabile nascita di regimi totalitari sulla completa miopia e mancanza di prospettive di una certa parte della borghesia.
Se non avete voglia di cercare le traduzioni, che sono di qualche decennio fa, o se non riuscite a venire in possesso del testo tedesco potete sempre, come accennavo all'inizio di questo post, andare a vedere tramite le teche Rai l'adattamento televisivo del '76. Se avete la fortuna di conoscere un po' il tedesco, guardatevi la versione del '67 di Rainer Wolffhardt (link alla prima scena su Youtube, solito canale "Max Frisch Archiv"): in questa versione scompare il coro dei pompieri, che nella commedia dialoga attivamente con Biedermann, sostituito da un'intervista che un giornalista ha con Biedermann (cosa della quale, nell'adattamento del '67, veniamo a conoscenza solo alla fine dell'ultima scena).
Mi piange il cuore a sapere che è poco reperibile in Italia e che in giro non se ne vedano rappresentazioni. Soprattutto di questi tempi ci sarebbe bisogno di lavori come il Biedermann che stimolano alla riflessione e fanno vacillare certezze dogmaticamente e fragilmente costruite.

lunedì 24 maggio 2010

Max Frisch parla di "Andorra"

Max Frisch parla di "Andorra", sua bellissima piéce teatrale incentrata sull'antisemitismo. Ne riparleremo a breve qui sul Tonno.

mercoledì 19 maggio 2010

Un'intervista di Thomas Bernhard

Un'intervista degli ultimi anni di Thomas Bernhard, dal titolo Die Ursache bin ich selbst (Io stesso sono la causa). Krista Fleischmann, 1986




martedì 18 maggio 2010

Günter Grass e la StaSi

Molto velocemente, segnalo uno speciale andato in onda su Radio Bremen giovedì scorso. Oggetto della trasmissione è uno dei più recenti fenomeni editoriali tedeschi, ovvero la pubblicazione degli atti della Stasi (Staatssicherheit, la polizia segreta della Germania Est) che riguardano lo scrittore Günter Grass. (nella foto Grass, a sinistra, parla con Hermann Kant, presidente dell'unione degli scrittori della DDR).
Tali atti, pubblicati dall'editore tedesco Ch. Links con il titolo Günter Grass im Visier – Die Stasiakte e non ancora disponibili in Italia (chissà se verranno tradotti e se c'è qualcuno disposto a pubblicarli... credo non avranno molto mercato), hanno suscitato un certo interesse in Germania perché pongono una volta di più l'accento su una tematica, quella dei rapporti Stasi a carico di comuni cittadini e di personaggi in vista, che ha coinvolto in prima persona nomi di spicco (se non ricordo male, era coinvolta Christa Wolf) e ha lasciato qualche segno nel recente dibattito culturale (basti pensare alla stupenda pellicola Das Leben der Anderen di Florian Henckel von Donnersmarck).
Lascio ora la parola al link al sito dedicato di Radio Bremen (in tedesco):
http://www.radiobremen.de/nordwestradio/sendungen/nordwest_vor_ort/grassundstasi100.html
Peccato aver perso la diretta! Fortuna che c'è il podcast che limita i danni.

mercoledì 12 maggio 2010

Un discorso di Friedrich Dürrenmatt: "Die Schweiz als Gefängnis"

Die Schweiz als Gefängnis/La Svizzera come prigione. Discorso tenuto da Dürrenmatt il 22 Novembre 1990, poco tempo prima della morte, per la consegna del premio "Gottlieb Duttweiler".


Prima parte


Seconda parte

domenica 9 maggio 2010

Il radiodramma tedesco: Ilse Aichinger, "Knöpfe"

Vi avevo anticipato che qualcosa bolliva in pentola e vi avevo detto che la germanistica sarebbe stata un ingrediente importante di ciò che sarebbe venuto fuori. Che però la mia passione per la cultura tedesca potesse cortocircuitare con quella per la radiofonia, lo ammetto io stesso, era cosa assai improbabile. Eppure, chissà perché, buona parte del fascino esercitato su di me da lavori come Biedermann und die Brandstifter di Frisch viene proprio da lì, dal magico mondo del radiodramma.
Quella del radiodramma è una realtà che in Italia è al giorno d'oggi poco conosciuta: fanno eccezione in questo senso le piéces radiofoniche trasmesse dalla retrò, e per questo pregevolissima, Rai del Friuli Venezia Giulia. Nel mondo culturale tedesco, al contrario, il radiodramma è un genere che gode di un certo seguito. Lo dimostrano non solo i palinsesti delle emittenti radiofoniche in lingua tedesca (Hessischer Rundfunk, Westdeutscher Rundfunk, la svizzera DRS 2 ed altre inseriscono regolarmente radiodrammi nella loro programmazione), ma anche l'esistenza di una community, www.hoerspielprojekt.de, in cui gli utenti scrivono ed interpretano radiodrammi che poi divengono liberamente scaricabili (se avete tempo e voglia, scaricate da questo sito lo spassosissimo Detektiv Dangerous).
Lungi dal voler scrivere una storia del radiodramma tedesco (cosa per la quale, lo ammetto chiaramente, mi mancano tempo e competenze), segnalerò a partire da questa settimana alcuni radiodrammi che, per un motivo o per un altro, mi sembrano interessanti da proporvi. I post relativi saranno catalogati nella sidebar con l'etichetta Radiodramma tedesco, oltre a quelle Radio, Germanistica e al paese di cui è originario l'autore.
Di chi vi parliamo oggi? Vi parliamo dell'austriaca Ilse Aichinger. Questo nome potrà dirvi poco, però c'è da dire che la Aichinger fa parte dei più quotati autori austriaci del dopoguerra: lontana dalla continuità e dalla prolificità del più noto Thomas Bernhard, la nostra autrice ha fatto parte del famoso Gruppo 47, che la premiò nel 1952; da segnalare che all'interno del medesimo gruppo la Aichinger conobbe scrittore e autore di radiodrammi Günter Eich. I due si sposarono nel 1953: il matrimonio finì nel 1972 con la morte di Eich.
La Aichinger, dicevamo, ebbe modo di cimentarsi con la scrittura di radiodrammi: ne ricordiamo oggi uno del 1953, intitolato Knöpfe/Bottoni. Ne riassumiamo brevemente il plot.
Nonostante si attraversi un periodo di disoccupazione, Ann, la protagonista, trova lavoro in una fabbrica di bottoni. Si tratta di bottoni di insolita qualità, che portano nomi umani e vengono venduti a caro prezzo. La fabbrica di bottoni, un ambiente in cui le impiegate amano il proprio monotono lavoro, è uno scenario inquietante: Ann viene infatti turbata da un rumore misterioso che si sente dietro le pareti.
Senonché, cosa succede? Un giorno una lavoratrice non viene più al lavoro e, subito dopo, compare un nuovo bottone...
Nella miglior tradizione del Tonno che fuma non accenno oltre. Lascio a voi lettori la possibilità di ascoltare l'intero radiodramma nella versione prodotta da DRS 2 nel 1974 (questo è il link).
Come inquadrare Knöpfe? A che corrente ascriverlo? Non direi Vergangenheitsbewältigung, ovvero quella parte della scena culturale tedesca che si interrogava sulle atrocità del nazismo e della guerra: difficile trovarne traccia in questo radiodramma, anche perché sarei portato a vedere il radiodramma più come genere di evasione che come veicolo di riflessioni e considerazioni profonde (sebbene gli esempi di questo segno, come i lavori di Helmut Heisenbüttel, non manchino). Realismo? No, non direi. Parlerei piuttosto di "realismo magico": l'atmosfera che si respira lungo tutto il radiodramma è strana, avvolta da un alone di mistero che nella versione di DRS 2 è ben sottolineata dall'inquietante rumore (sembra quasi il sonoro di un ufo!) che si sente in molti momenti della rappresentazione (che, per via delle indicazioni della scrittrice, è difficile immaginare durante la lettura della sceneggiatura come un continuum, un bordone che accompagna continuamente gli avvenimenti).
Bello, questo radiodramma. E pensare che la Aichinger è stata, dopo Wolfgang Borchert, il secondo autore che ho incontrato nel mio percorso universitario: a suo tempo non riuscivo a cogliere la bellezza della sua scrittura e mi limitavo a tradurre letteralmente un suo breve racconto, scritto, se non ricordo male, nel 1947. Non che ora traduca meglio, intendiamoci, ma ho un po' di esperienza in più, quel tanto che basta per accedere in modo abbastanza agevole a risorse bibliografiche interamente in lingua. Tanto basta a rendersi conto della bellezza, o quantomeno dell'interesse che può suscitare un prodotto letterario. Per fortuna che è così, visto che la produzione della Aichinger, a quanto mi risulta, non è disponibile in traduzione sul mercato italiano. Un vero peccato. Io stesso mi ero procurato per puro caso il testo di Knöpfe vicendo un'asta su Ebay e facendomi spedire dalla Germania un volumetto usato della casa editrice Fischer, proprio quello che avete visto nella foto all'inizio del post. Più vado avanti e più mi convinco che quell'asta Ebay, a cui ho partecipato più per noia che per altro e che ho vinto per caso, in realtà è stata un'occasione preziosa per accedere a generi letterari di cui sapevo a malapena l'esistenza e di cui non sospettavo minimamente le potenzialità.
Spero di avervi lanciato qualche spunto. La serie continuerà: se nel frattempo avete qualche critica o suggerimento, oppure volete iscrivervi alla newsletter del Tonno che fuma, potete scrivermi una mail all'indirizzo che da oggi è visibile nel frame laterale.
Una notte serena a tutti!

venerdì 7 maggio 2010

Qualcosa bolle in pentola

Il presente avviso solo per informarvi che a breve uscirà sul Tonno che fuma uno speciale imprevedibile e - spero - gustoso per voi lettori.
Non anticipo nulla, se non che questo speciale unirà due argomenti importanti di questo blog: uno è la germanistica, e l'altro... beh, vi ho già detto abbastanza! :D
Non cambiate canale, ne leggerete delle belle!

domenica 2 maggio 2010

Radio tedesche: qualche link

Post velocissimo per segnalare alcune radio tedesche che trasmettono in streaming. I palinsesti sono veramente di alto livello: 24 ore al giorno di notizie, documentari, concerti e... radiodrammi! :) Ma lasciamo parlare i link che è meglio.

Hessischer Rundfunk - Hr2 Kultur: http://www.hr-online.de/website/radio/hr2/index.jsp
Radiobremen - Nordwestradio: http://www.radiobremen.de/nordwestradio/
WDR - Westdeutscher Rundfunk: http://www.wdr.de/radio/home/jetzt_im_radio/index.phtml

Palinsesti:
Hr2 Kultur: http://www.hr-online.de/website/radio/hr2/programm3758.jsp?rubrik=3758
Nordwestradio: http://www.radiobremen.de/nordwestradio/programm/index.html