I lettori conoscono il Tonno che fuma come un patito di Günter Grass: diversi post di questo blog sono stati spesi infatti in favore di questo grande autore e molti altri interventi seguiranno. Quello che però non è mai emerso, se non marginalmente nell'ultimo post prima di quello che state leggendo, è che oltre a Grass ci sono altri autori che stuzzicano l'attenzione del Tonno. Uno di questi è lo svizzero Max Frisch.
Pare che il Tonno che fuma faccia apposta a scegliersi autori perennemente con la pipa in bocca. No, non è questo che mi spinge a prendere in considerazione certi personaggi. Diciamo che la passione è nata per una serie di combinazioni più o meno casuali. Vedo di parlarvene.
Un giorno navigavo in una bancarella telematica su Ebay, alla ricerca di titoli tedeschi disponibili a basso prezzo sul mercato italiano. Mi sono ritrovato una copia di Stiller, del 1954. Che sarà mai? Boh, lo compro, tanto cosa vuoi che siano 1 € di libro e 2,50 di spedizione... Intanto però lo staffilococco della curiosità era penetrato per le branchie del Tonno ed era arrivato fino alla testa. Ahi ahi, brutta cosa, quando al Tonno succedono queste cose non c'è veterinario che tenga, bisogna andare a fondo e cercare, cercare, cercare tutto quello che suggerisce la fantasia. E così ho scoperto che esiste questo romanzo: non solo, ma di Frisch ne esistono anche diversi altri. Ad esempio, c'è un altro capolavoro, l'unico titolo di Frisch, assieme a Stiller, che mi sembra di facile reperibilità in Italia: Homo Faber. Feltrinelli, di recente, ne ha proposto un'edizione speciale per i cinquant'anni della casa editrice, con tanto di copertina cartonata in luogo dell'anonima ed economica brossura. Miei! Tempo qualche giorno, e mi arriva a casa pure la traduzione di Frisch. Non pago, però, decido di comprare una copia di Homo Faber in lingua originale, fresca di stampa, con tanto di introduzione ed apparato critico e con il marchio "Surkhamp" (indicazione indispensabile nel caso voleste comprarla: sarebbe un buon acquisto!) ben visibile in copertina. Goduria delle godurie: è un romanzo che sto centellinando e che alterno come lettura della buonanotte ai miei mattonazzi grassiani (per la cronaca, l'ultimo che sto consumando voracemente è Ein weites Feld/Una lunga storia). Lo stile di Homo Faber è essenziale, spoglio, oserei dire nudo: eppure è proprio questo che fa avvertire la forza della narrazione. Si tratta di un'evocazione, di un Erlebnis, della rivisitazione di un vissuto: senza cercare empatia nel lettore e senza indugiare in ampie campate narrative indicative di un particolare stato d'animo, Homo Faber conquista pagina per pagina...
...comunque, a parte la digressione da Tonno su Homo Faber, chiaramente indicativa della mia passione per questo autore, non vi ho detto la seconda ragione che mi ha spinto ad interessarmi di Frisch. Ancora una volta sono riconoscente ad Empedocle70 che, durante una conversazione serotina nei meandri telematici facebookiani, mi consigliò di leggere Der Richter und sein Henker/Il giudice e il suo boia di Friedrich Dürrenmatt, autore che già avevo avuto modo di apprezzare in alcuni racconti (vedi la superba Panne).
Così facendo non solo Empedocle mi ha consigliato un libro che più tardi ho letto con grande piacere, ma ha messo in moto una "macchina" per trovare un'edizione italiana di Der Richter und sein Henker. Proprio durante queste ricerche mi sono imbattuto, del tutto casualmente e con grande stupore, in una traduzione in italiano dell'epistolario tra Frisch e Dürrenmatt. Sapere che Frisch fosse amico di Dürrenmatt, autore che, come ho detto, mi piace molto, è stato un'ulteriore scintilla che mi ha spinto ad approfondire le mie ricerche frischian... frischich... beh, insomma, su Max Frisch e sul suo mondo creativo.
E' incredibile: non so perché ma ho provato, e sto provando tuttora, la spinta genuina che mi ha animato quando poco più di un anno fa ho letto il grassiano Im Krebsgang/Il passo del gambero, la stessa spinta che mi ha portato a definire Günter Grass come mio fronte di ricerca principale in ambito germanistico.
Chiaro, c'è ancora moltissimo da leggere, e non solo in termini di produzione in prosa ma anche teatrale (nella lista delle recenti acquisizioni e delle letture da compiere c'è ad esempio Biedermann und die Brandstifter, assieme a Graf Öderland). Quanto alla ricerca di letteratura secondaria, poi, è ancora buio pesto. Conto però di fare chiaro, prima o poi, su questo autore, tutto sommato sicuro del fatto che non si tratta solo di un'infatuazione momentanea, ma di qualcosa di più. Frisch, per tutta una serie di motivi che non sto a spiegarvi (tra l'altro è mezzanotte e il letto comincia a guardarmi con fare seducente), è andato a ravanare in profondità e ha toccato qualcosa, tante cose. Sicuramente da parte mia ne risentirete parlare: parola di Tonno che fuma.
Nessun commento:
Posta un commento