Per chi è iscritto ad un corso di lingue e letterature straniere è fondamentale frequentare i lettorati e seguire i corsi di lingua: così facendo, da una parte si entra in contatto con la lingua viva, lontana dalle pur necessarie semplificazioni che offrono i libri di testo, dall'altra si acquisisce una consapevolezza grammaticale e non solo che è imprescindibile.
Spesso però non ci si chiede come acquisire la lingua: si ereditano dei metodi di studio precostruiti che poi non ci si preoccupa di affinare.
Chi per un motivo o per un altro focalizza la propria attenzione sui frutti del medium linguistico (dalla più infima letteratura di consumo al più sublime romanzo mai scritto) tende secondo me a perdere di vista il percorso con cui si fa proprio un linguaggio e si impara progressivamente a piegarlo alle proprie esigenze, non solo di studio ma di comunicazione quotidiana. Del resto, chi di noi non adopera un lessico, certe costruzioni, delle locuzioni particolari, riflesso di un determinato modo di interfacciarsi con la realtà?
Certe domande ha incominciato a porsele anche il Tonno: questi è un malato cronico di SNF, che detta così può sembrare come la sorella minore dell'influenza suina, ma altro non è che la Sindrome del Non Frequentante, la malattia di colui che, per un motivo o per un altro, è costretto a saltare le lezioni all'università.
Va da sè che chi salta le lezioni deve recuperare da solo ed è perciò costretto a costruirsi autonomamente un metodo di studio. La cosa ha degli indubbi effetti positivi, ma chi lavora da solo è come un povero cristo che vola a vista in condizioni di brutto tempo con la radio spenta: può essere aiutato dal radiofaro, dal radiogoniometro, può trovare a terra dei punti di riferimento che gli fanno capire dove si trova. Siccome però la radio è rotta, non può ricevere i vettori, le indicazioni che tanto gli farebbero comodo per raggiungere l'aeroporto di destinazione. Allora, carte alla mano, plotter, sestante e pilota automatico, qualcosa può provare a fare. Il rischio di non atterrare dove si vorrebbe c'è sempre, ma almeno si può provare a toccare terra, se non nell'aeroporto previsto, quantomeno nell'alternato.
Il rapporto tra il Tonno e il tedesco è più o meno così: scarsa possibilità di seguire i lettorati se non facendo i salti mortali (e dio solo sa quanto mi costi il lettorato di venerdì), una didattica spesso scadente (ahimè si salvano in pochi) e, come contraltare a questo confuso marasma, chiari obiettivi finali: bisogna saper padroneggiare questo, quell'altro, quell'altro ancora, tradurre i tali testi, sapere le tali dispense...
Cosa fare, allora? Calma e gesso. Intanto, ritagliarsi un po' di tempo ogni giorno, dalle due alle tre ore e mezzo a seconda di quello che la chitarra permette di fare. E nel frattempo, munirsi delle adeguate bibliografie e cercare un modo per venirne fuori...
E mò come si fa? Non voglio sostituirmi agli studiosi di scienze del linguaggio, non ne ho gli strumenti e soprattutto non ne ho la forma mentis. Semplicemente cerco di adeguare i mezzi che mi ritrovo (libri di testo, grammatiche, eserciziari) agli obiettivi che devo raggiungere (che so, il Konjunktiv I e la Redewiedergabe): imparo certe costruzioni e argomenti grammaticali sui libri di testo e nelle grammatiche, provo ad individuarli nei testi che devo tradurre, cerco di impiegarli negli esercizi di produzione scritta e nelle conversazioni con i madrelingua (cioè i lettori).
Accanto a questo tipo di approccio "spiccio", però, è sempre bene affiancare certi strumenti che diano maggior consapevolezza riguardo all'acquisizione DaF (Deutsch als Fremdsprache, cioè il tedesco come lingua straniera): così, oltre ai testi di morfologia e alle dispense generosamente (notare la lieve nota ironica) messe a disposizione dal dipartimento, il Tonno cerca su internet qualcosa che lo possa aiutare.
Ed eccomi perciò arrivato all'oggetto del topic: "German as a foreign language", una rivista on line che parla appunto degli aspetti più vari del tedesco come L2. La rivista è chiaramente destinata agli addetti ai lavori, agli esperti di linguistica, ma alcuni articoli in tedesco non sono fuori portata per chi, come il Tonno che fuma, viaggia verso il B2 e, si spera, oltre. Mal che vada ci sono anche interessanti contributi in inglese. Tutti questi testi possono essere, se non decisivi, almeno degli interessanti contenitori in cui trovare degli useful hints per impadronirsi di una lingua diversa da quella che si parla normalmente. In mancanza di guide affidabili e/o stabili, si adopera ciò che si ha e che si trova: se poi si incappa in materiali di buona qualità, tanto meglio!
Postilla della buonanotte del Tonno. Per le lingue, per la musica e per la pipa non ci sono ricette universali: come ho scritto nel mio ultimo intervento, sta ad ognuno trovare la propria, prendendo (questo lo aggiungo ora) in prestito elementi da qualsiasi fonte gli paia funzionale e coerente con il percorso che sta facendo. Poi è una questione di sacrificio, applicazione, tempo.
E allora a noi poveri Tonni non resta altro che aprire un cero a Sant'Agnese, santa protettrice dei pericoli in mare, e aspettare che, mentre noi ci diamo da fare, il tempo faccia il suo corso. Chi vivrà vedrà...
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